Benvenuti nel sito turistico di Calvi dell'Umbria e del suo territorio
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Il Monastero delle Suore Orsoline e Palazzo Ferrini

Il complesso del Monastero delle Orsoline, abitato dalle suore fino al 1991, occupa la parte più alta del centro storico del paese.

Il nucleo originario dell’intera struttura è Palazzo Ferrini, oggi sede del Comune e del locale Museo. Questo imponente edificio venne fatto costruire nel 1606 da Demofonte Ferrini, importante notaio della Reverenda Camera Apostolica di Roma originario di Calvi, ad opera del magister Martino Melle di Lugano. Nel suo testamento il Ferrini stabilì che il suo palazzo, al momento dell’estinzione della sua discendenza diretta, divenisse proprietà della comunità di Calvi che vi avrebbe dovuto fondare un monastero femminile, cosa che accadde nel 1715. Al di sopra del portale di ingresso in bugnato campeggia ancora lo stemma di questa famiglia.

Nel 1717 il Monastero venne affidato alle Benedettine di Narni, sostituite subito nel 1718 dalle Orsoline di Roma. Tra il 1720 ed il 1728 vennero costruiti l’ala di collegamento tra il palazzo e la vecchia chiesa di S. Paolo, oggi S. Brigida, su progetto del Gesuita padre Gregorio, e tra il 1731 ed il 1732 il muro del grande giardino su progetto dell’architetto Raimondo Bassi e ad opera del capomastro romano Antonio Guidi.

Tra il 1739 ed il 1743 si colloca l’intervento nella fabbrica del monastero delle Orsoline dell’architetto papale Ferdinando Fuga. Il progetto originale, di cui esistono ancora i disegni conservati presso l’Istituto Nazionale per la Grafica di Roma, prevedeva l’ampliamento del Monastero con la costruzione di un grande edificio con quattro ali disposte intorno ad un cortile centrale, ma di cui solo una venne portata a termine, la realizzazione del grande coro con stalli lignei e la trasformazione della vecchia chiesa di S. Paolo nella nuova chiesa di S. Brigida con l’originale soluzione di facciata che incorpora anche il contiguo Oratorio di S. Antonio.

Di grande fascino sono le cucine del Monastero, perfettamente conservate ed oggi inserite nel percorso di visita del Museo: in questi ampi spazi di servizio collocati nei sotterranei sia di Palazzo Ferrini che della nuova ala del Monastero, sembra che il tempo si sia fermato. La grande cisterna per la raccolta delle acque piovane con i lavatoi ad essa collegati, la legnaia e la carbonara, il frantoio, le “stanze per il pane, il formaggio et altre spezie” , i due grandi forni con gli essiccatoi, la cucina ed il magazzino dell’olio ci raccontano la vita quotidiana di questo grande monastero, organizzato però come un piccolo microcosmo autosufficiente.